In questo particolare momento storico l’ONU sta dibattendo il progetto di Dichiarazione della pace quale diritto umano fondamentale e lo stesso Consiglio d’Europa si sta mobilitando per raggiungere lo stesso obiettivo internazionale di riconoscere giuridicamente il diritto alla pace. La pace è prerogativa indispensabile nella vita dell’uomo alla cui implementazione sono chiamati tutti i soggetti ad ogni livello, sia nella quotidianità che nelle grandi scelte che coinvolgono le nazioni. Ad essa Carlo Tedeschi, nella sua esperienza di autore e regista di numerosi spettacoli, messi in scena nei maggiori teatri italiani, ha addirittura dedicato un’opera musical dal titolo “Patto di luce” – per la pace e il rispetto dei diritti umani che è già stato visto da oltre 50 mila spettatori.
Entrambe nelle proprie finalità statutarie, sia la Fondazione Leo Amici che l’Associazione Dare che hanno sostenuto +Sé-Io=Pace annoverano la promozione della pace.
Facendo riferimento alle parole del Santo Padre Papa Francesco, che ad Assisi ebbe a dire: “Litigate quanto volete, non importa se volano i piatti, ma mai finire la giornata senza fare la pace”, la pace viene intesa dall’artista da questo punto di partenza fino alla comprensione per le difficoltà umane di comunicazione e di concordia; di appianamento dei conflitti per la capacità di ogni uomo di superare lo scontro, ritrovando l’incontro con l’altro, sapendo vedere nell’altro il volto Divino. Così la pace acquisisce un nuovo e più alto valore: non solo l’assenza di conflitto ma, nel suo significato più pieno, di una serena corrispondenza tra l’uomo e se stesso, tra l’uomo e il Creato, tra l’uomo e Dio. In un percorso che affronta i vari aspetti dell’esistenza, l’ospite è preso per mano ed accompagnato verso l’icona della pace. In questo senso, l’inedito dipinto di Carlo Tedeschi, che corona e completa il percorso della mostra, innalza il visitatore, aprendolo ad una visione piena dello Spirito della Pace.
Rosanna Tomassini